domenica 7 giugno 2009

IL PESO CORPOREO, L'ATTIVITA' FISICA E LA FERTILITA'. III Parte

Terapia
Finora abbiamo esplorato il modo in cio l’orgwnismo reagise di fronte ad una condizione in cui è sottoposto ad un superlavoro che richiede un consumo di energis non adeguatamente compensato da un suo ripristino in termini di cibo.
Esamineremo ora, brevemente, cosa offre oggi il campo scientifico allopatico ed alternativo, per porre rimedio alla amenorrea.
Questa è solo una piccola parte di ciò che si ha a disposizione
.

ALLOPATIA
Attualmente, CI SONO SOLO POCHE MOLECOLE AUTORIZZATE AL COMMERCIO: orlistat, sibutramina, rimonabant.

Il primo, orlistat, agisce nell’intestino inibendo le lipasi gastriche e pancreatiche, enzimi fondamentali per l’assimilazione dei grassi.
La sibutramina agisce a livello centrale inibendo la ricaptazione di due neurotrasmettitori, serotonina e noradrenalina e, oltre a ridurre l’appetito, riuscirebbe ad aumentare la termogenesi, cioè a far consumare più energia.
Infine, il rimonabant esercita un’azione bloccante su recettori nervosi particolari inibendo il segnale della fame.
Tuttavia, i benefici, più o meno significativi, offerti da queste terapie devono confrontarsi con gli effetti collaterali piuttosto rilevanti
Recentemente, per altro, è stata interrotta la sperimentazione di una molecola con lo stesso tipo di meccanismo d’azione. Il taranabant, questo il suo nome, è risultato efficace, nel ridurre il peso corporeo dei pazienti, solo a certe dosi, ma sia l’efficacia sia gli effetti collaterali dipendono dal dosaggio. L’azienda produttrice ha ritenuto necessario sospendere i cinque studi in corso perchè i ricercatori non sono riusciti a individuare un dosaggio che garantisse un buon rapporto fra rischio e beneficio.

TERAPIE ALTERNATIVE
La Fitoterapia consiglia diverse erbe come l’Erigeron Canadensis, la Senecio fuchsii, Pulsatilla V. (controindicata i gravidanza), Strychnos Ignatii (si ottiene la stricnina che a dosi elevate provoca spasmi muscolari e convulsioni), possono stimolare dolcemente le ghiandole a secrezione interna, ed in modo particolare l’ipofisi, mobilizzando in particolare quegli ormoni che agiscono sull’equilibrio della tiroide, surrene ed ovaie
L’Omotossicologia associa ad esse l’acidum nitricum
agisce poi sul tessuto connettivo.
Sempre in Omotossicologia possiamo aggiungere GRAPHITES, che agisce sulla circolazione) ed HELONIAS che agisce bene sui tessuti germinali femminili

L’Organo Terapia propone l’associazione di Hypophise – thyroide e ovaire – surrenale alla diluizione di 4 CH alternata a Trompe uterine – Muquese uterina sempre alla diluizione di 4 CH, e Axe cortico – Hypotalamique.

Ovviamente si ricorrerà all’utilizzo di tali sostanze quando sia necessario e sempre sotto stretto controllo di un sanitario che le utilizzi in modo appropriato per il soggetto che ha davanti.
In altre parole ogni sostanza va adattata alle esigenze dell’organismo alla quale va somministrata.

Inoltre un buon controllo dell’alimentazione e dello stress sono alla base del mantenimento del buon rapporto tra la Massa Grassa e la Massa magra



,

martedì 19 maggio 2009

IL PESO CORPOREO, L'ATTIVITA' FISICA E LA FERTILITA'. II Parte

Clinica
Nella prima parte abbiamo, brevemente, esplorato le funzioni principali dell’Organo Adiposo e dell’Apparato Riproduttivo Femminile.
Rimane ora da chiarire in che modo i due sistemi siano collegati e come le modificazioni del peso e l’attività fisica possano influenzarli
.

Alcune considerazioni
Il peso corporeo è formato da una massa magra e da una massa grassa.
La MASSA MAGRA normalmente, tende a rimanere costante nel tempo o comunque subisce variazioni minime che sono evidenti solo nella lunga distanza di tempo: si tratta di muscoli e ossa; la Massa Magra è particolarmente ricca di acqua (cca. 60%) ed influenza notevolmente il metabolismo; più muscoli abbiamo più calore bruciamo, sia a riposo che durante l’attività fisica.
La MASSA GRASSA rappresenta l’organo adiposo, è poverissima di acqua e non brucia calorie. Una certa percentuale di massa grassa deve essere sempre presente in misura maggiore nelle donne rispetto agli uomini per garantire una corretta funzione sessuale e riproduttiva.
Nella Massa grassa è possibile distinguere: il Grasso Essenziale, contenuto nel midollo osseo, nel cuore, nei polmoni, nella milza, nei reni, nell’intestino nei muscoli e nel sistema nervoso ed è pari al 3% del peso corporeo nell’uomo ed al 12 % del peso corporeo nella donna; il Grasso di Deposito situato nel sottocute o a rivestire i visceri ed è pari al 12 % del peso corporeo nei maschi ed al 15 % del peso corporeo nelle femmine.
Pertanto la Massa grassa rappresenta il 15 % del peso corporeo nel maschio ed il 25% (+/- 2 %) del peso corporeo nella femmina.
Ovviamente questi valori sono influenzati dalla etnia, dall’età, dall’alimentazione, e dalla attività fisica. Alcuni autori dicono che se il valore di Massa Grassa supera il valore del 20% nei maschi e del 30% nelle donne si può già parlare di obesità.

Come si valuta
La misurazione della massa grassa utilizza metodiche diverse sia per accuratezza che per costi (plicometria, impedenzometria, DEXA, TAC risonanza magnetica, dosaggio della creatinina, K40, ultrasuoni)
Il sistema più a portata di mano è la misurazione dell’Indice di Massa Corporea (IMC o BMI): si calcola dividendo il peso espresso in Kg per l’altezza espressa in metri elevata al quadrato. Secondo questa formula l’IMC non deve superare il 22% nei maschi ed il 20% nella femmina.
Un altro sistema consiste nel misurare la circonferenza vita all’ombelico e la circonferenza fianchi nella donna, la circonferenza polso e la circonferenza vita all’ombelico nei maschi. Questi dati vanno relazionati secondo dei coefficienti fissi ottenendo così la percentuale di massa grassa. Quest’ultimo procedimento è di rilevante importanza per valutare l’incidenza dei rischi di complicanze nelle persone, dal sovrappeso fino all’obesità.
Massa Magra e Massa Grassa sono strettamente legate: un aumento o una diminuzione della Massa Magra comporta anche una aumento o una diminuzione della Massa Grassa. Non accade invece il contrario: ad esempio una dieta ipercalorica associata su una eccessiva sedentarietà portano ad una aumento della Massa Grassa e ad una riduzione della Massa Magra.

Cosa Succede.....
Nelle atlete che fanno agonismo il controllo del peso corporeo come rapporto fra Massa Magra e Massa Grassa è estremamente importante per evitare che una riduzione eccessiva della Massa Grassa le porti a fenomeni di sterilità. Negli atleti la massa grassa è considerata normale per valori del 12% nel maschio e del 18% nella donna fino ai limiti del 4 -5 % del maschio e del 10 – 12 % nella donna.
Quando una atleta è in allenamento, se il suo sistema metabolico è efficiente, alla perdita di Massa Grassa conseguirà una riduzione della Leptina circolante, una attivazione dello stimolo della fame con necessità di introdurre cibo.
Ma se l’atleta va in sovrallenamento si trova in una situazione di calo delle prestazioni nonostante un periodo di scarico. Il deficit sembra legato alla concomitanza di allenamenti troppo dispendiosi non supportati da una dieta adeguata.

Ma in che modo la Massa grassa può influenzare il sistema ormonale riproduttivo?
Per poter raggiungere l’ipotalamo la Leptina ha bisogno di un lasciapassare, una proteina trasportatrice, che le consenta di superare la barriera emato – encefalica; quest’ultima sorveglia attentamente le sostanze che possono arrivare al cervello per evitargli dei danni.
Giunta all’ipotalamo la leptina inibisce la produzione, da parte dei neuroni, di una sostanza chiamata: NEUROPETIDE Y.
Il neuropeptide Y stimola la forte assunzione di cibo ed agisce sul sistema ipotalamo – ipofisi inibendo la produzione degli ormoni sessuali.
In termini più semplici, quando la massa grassa è in quantità adeguata, produce la leptina che informa il cervello che esistono le riserve di organo adiposo sufficienti per garantire, energeticamente, una buona funzione riproduttiva, grazie al fatto che l’aromatasi è prodotta in quantità sufficiente per trasformare gli ormoni maschili in femminili.

Le atlete, che spesso hanno dei livelli di adipe al di sotto del valore soglia minimo consentito, producono meno leptina, il neuropeptide Y aumenta stimolando l’introduzione al cibo e inibendo al sintesi di estrogeni: risultato è l’amenorrea (assenza di mestruazioni) e un alterata funzione riproduttiva.
Per contro anche la sintesi degli estrogeni è in grado di controllare la sintesi della leptina, cosicché il cervello ha sempre una doppia conferma che il sistema funziona correttamente.

Molti autori sono oggi convinti che la Leptina sia il segnale d’inizio che attiva tutti i cambiamenti che avvengono nel momento della pubertà, e ne regoli la sua progressione,
Infatti recettori sensibili alla leptina si trovano sia nella mucosa uterina che nell’ovaio.
Inoltre l’ormone Gn – RH, prodotto dall’ipotalamo, sembra avere una funzione sulla assunzione del cibo, e, come sappiamo, esso regola la secrezione degli ormoni ipofisari responsabili del funzionamento delle gonadi, sia maschili che femminili confermando, la stretta relazione fra lo stato dell’organo adiposo e la funzione riproduttiva.

domenica 3 maggio 2009

IL PESO CORPROREO, L'ATTIVITA' FISICA E LA FERTILITA'. I Parte

Introduzione

Negli ultimi anni chi si occupa di salute ha centrato la sua attenzione sul crescente aumento di persone che sono affette da OBESITÀ, in modo particolare nella popolazione infantile: fenomeno legato al benessere economico che consente di raggiungere facilmente le risorse alimentari cui si accompagna una inadeguata educazione all’igiene alimentare.
L’obesità determina un incremento delle patologie cardiovascolari, del diabete, dell’osteoporosi, e influenza negativamente la fertilità, con un danno oltre che per la salute anche per le risorse economiche di ogni stato, impegnate a curare per anni questi malati.
Per contro è in aumento anche la patologia opposta, lANORESSIA, legata ad una immagine della donna mediata dal mondo della moda ma sopratutto a fenomeni emotivi che trovano la loro radice in un alterato rapporto familiare, dove il soggetto anoressico lancia la sua protesta utilizzando l’unico mezzo “visibile” a sua disposizione: il corpo.
Al di là di queste due condizioni estreme è esperienza abbastanza comune il rilevare come le modificazioni del peso siano in grado di influenzare molti parametri della nostre funzioni vitali.

Anatomia e fisiologia
Per comprendere meglio questo argomento nella prima parte di questo articolo sarà necessario fare un piccolo viaggio all’esplorazione della funzione del tessuto adiposo e del sistema riproduttivo umano.
.....i protagonisti
Il TESSUTO ADIPOSO era considerato un tessuto “inerte”, addormentato, capace solo di cedere o accumulare grasso.
Recentemente la psico – neuro – endocrino - immunologia, ha promosso il tessuto adiposo ad ORGANO ADIPOSO, per il fatto che ha la capacità di produrre una serie di ormoni, intervenendo in modo attivo nella regolazione della fertilità sia maschile che femminile, del metabolismo degli zuccheri e nella immunità, oltre ad un ruolo fisico nel mantenimento della temperatura corporea.

L’organo adiposo è formato da due distinte popolazioni cellulari che prendono il nome di ”adipociti”, che possono essere bianchi o bruni.

Gli Adipociti Bruni hanno la capacità di produrre energia sotto forma di calore e sono particolarmente abbondanti nel periodo dell’accrescimento, per poi ridursi progressivamente di numero per una loro trasformazioni in adipociti bianchi, pur mantenendo la capacità di ritornare bruni se le condizioni lo richiedessero.
Durante la fase di accrescimento corporeo il nostro organismo ha necessità di una grossa quantità di energia che può essere fornita sotto forma di calore, utile per aumentare la velocità delle reazioni chimiche che sono alla base del nostro metabolismo, cioè della nostra capacità di trasformare elementi semplici - come acidi grassi, aminoacidi e zuccheri - nelle strutture compiesse che formano i nostri organi ed apparati.

Gli Adipociti Bianchi rappresentano il nostro deposito di grassi da accumulare quando questi sono in eccesso o da utilizzare quando le riserve energetiche scarseggiano. Oltre a ciò sono in grado di sintetizzare diversi ormoni che interagiscono a diversi livelli: nella regolazione dell’apporto del cibo, nella regolazione dell’utilizzo degli zuccheri, nella regolazione della attività degli organi sessuali maschili e femminili.

Il più noto di questi ormoni è la LEPTINA. Una delle funzione della leptina è di regolare l’introduzione del cibo grazie alla influenza esercitata sull’IPOTALAMO, una struttura nervosa situata alla base del cervello, ritenuta responsabile del mantenimento della nostra omeostasi, cioè di tutta quella serie di condizioni che garantiscono il benessere del corpo.
Nell’ipotalamo si trovano dei gruppi di neuroni denominate “nuclei” che assolvono a diverse funzioni: regolare la fame, la sete, la temperatura etc.

La leptina agisce inibendo il Centro della Fame Ipotalamico. Nel caso in cui introduciamo una scarsa quantità di cibo, la riduzione del numero di adipociti bianchi comporta la mancata secrezione della leptina. In questo modo il Centro della Fame ipotalamico si attiva e ci invita ad introdurre cibo. Man mano che il cibo è introdotto si ripristina il numero degli adipociti e la leptina torna ad essere prodotta, inibendo così l’attività del centro della fame: l’introduzione di cibo cessa.
La leptina interviene anche nella regolazione della funzione ormonale gonadica, nel funzionamento della tiroide e delle ghiandole surrenali.
Altri ormoni prodotti dagli adipociti sono implicati nella regolazione della attività ormonale della l’insulina e quindi nel metabolismo degli zuccheri.

In ultimo ricordiamo l’AROMATASI: si tratta di un enzima presente nelle ovaie, nel fegato, nel muscolo, nell’osso ed in minor misura nell’organo adiposo, appunto.
La funzione di questo enzima è quella di trasformare gli ormoni sessuali maschili, il testosterone e l’androsterone negli ormoni femminili della classe degli estrogeni, rispettivamente estradiolo ed estrone. Ad esempio nella donna in menopausa la produzione di estrogeni è affidata nella quasi totalità all’organo adiposo. Per alcuni autori la produzione di estrogeni nella donna dipenderebbe per due terzi proprio dalla attività aromatasica dell’organo adiposo.
Una curiosità: sia gli ormoni maschili che quelli femminili sono prodotti a partire dalla molecola del colesterolo.

L’APPARATO RIPRODUTTIVO FEMMINILE consta della vulva, della vagina, dell’utero, delle tube uterine e delle ovaie; noi ci occuperemo in particolare dell’utero e delle ovaie. L’UTERO è un organo cavo destinato ad accogliere il prodotto del concepimento; è situato nella parte inferiore della cavità del bacino, detta pelvi, ed è collegato alle due OVAIE attraverso due piccoli condotti detti TUBE UTERINE, che consentono il passaggio sia degli ovuli sia degli spermatozoi; è nelle tube uterine che avviene il fenomeno della FECONDAZIONE, cioè l’incontro tra spermatozoo ed ovocita o ovulo, che darà il via ad una nuova vita.

Le ovaie sono delle ghiandole endocrine in grado di produrre di volta in volta ormoni estrogeni ed ormoni progestinici a seconda del periodo del “ciclo”.
Infatti nella prima metà del ciclo sono prodotti gli estrogeni necessari alla maturazione del FOLLICOLO, una piccola sacca presente nell’ovaio, e della cellula uovo in esso contenuta. Ogni ovaio contiene diverse centinaia di migliaia di follicoli che, a turno, vanno incontro alla maturazione.
Una volta avvenuta l’ovulazione, cioè la cellula uovo matura è proiettata all’esterno verso la tuba, il follicolo si trasforma in un CORPO LUTEO, capace di produrre ormoni di tipo progestinico utili per mantenere la mucosa dell’utero pronta ad accogliere l’ovocita fecondato. Se la fecondazione avviene il corpo luteo sopravvive, aumenta di dimensioni e continua a produrre progesterone per mantenere la gravidanza; se invece la fecondazione non avviene il copro luteo smette di produrre progesterone,si atrofizza e la mucosa uterina, non più nutrita, si sfalda dando origine alla MESTRUAZIONE.
.....il sistema di controllo..
La produzione degli ormoni estrogeni e progestinici da parte dell’ovaio è regolata da quella struttura che abbiamo già incontrato parlando dell’organo adiposo: l’IPOTALAMO che sua volta attiva un ghiandola endocrina, l’IPOFISI, collegate tra loro da un piccolo canale.

L’ipofisi produce due ormoni detti GONADOTROPINE: l’FSH che determina nell’oocita la produzione di estrogeni, e l’LH che stimola invece la produzione di progesterone; il tutto sotto il controllo di un ormone ipotalamico, il Gn - RH.
La secrezione del Gn – RH (ormone per il rilascio delle gonadotropine), avviene non in maniera continuativa ma pulsatile; di conseguenza anche il rilascio di FSH e di LH da parte dell’ipofisi segue questo andamento pulsatile. La frequenza ed l’intensità della secrezione di Gn – RH variano a seconda dell’età e del momento del ciclo. L’adrenalina stimola il rilascio di Gn – RH, mentre gli oppiodi endogeni, sostanze che inibiscono la percezione del dolore, inibiscono anche la secrezione del Gn – RH. Gli oppiodi endogeni sono prodotti abbondantemente in caso di stress prolungato con conseguente inibizione della attività fertile della donna.

Gli estrogeni sono prodotti dall’ovaio, come abbiamo visto, a partire dagli ormoni maschii e grazie all’intervento di un enzima detto aromatasi.
La mancanza congenita di questo enzima può determinare durante la gravidanza fenomeni di irsutismo nella donna che regrediscono dopo il parto; le neonate alla nascita presentano una virilizzatone dei genitali esterni con pseudoermafroditismo; nella donna adulta la mancata produzione di estrogeni comporta il ritardo della comparsa della pubertà, assenza di mestruazioni (AMENORREA) e ipotrofia delle ghiandole mammarie. Gli estrogeni sono, infatti, fondamentali anche per lo sviluppo dei caratteri sessuali secondari: struttura muscolare, distribuzione dell’apparato pilifero e dell’organo adiposo, sviluppo delle ghiandole mammarie etc.
...non dimentichiamo l'uomo..
Negli uomini al carenza di aromatasi si manifesta con bassa statura, obesità, osteoporosi, infertilità. Questo dato contrasterebbe con la logica che nel maschio è il testosterone l’ormone responsabile delle caratteristiche sessuali sia primarie che secondarie. In realtà la presenza dell’aromatasi nel maschio consente di convertire una parte di ormoni maschii in estrogeni che sono importanti per regolare il rilascio del Gn – RH dall’ipotalamo; la sua carenza comporta una carenza di attività del Gn – RH con i disturbi che abbiamo descritto.

mercoledì 1 aprile 2009

LA MENOPAUSA, UNA CHIACCHERATA FRA AMICHE... - Seconda Parte

........ma quando arriva?

Tra i 48 ed i 52 anni la donna entra nel periodo della Menopausa. L’età di comparsa dipende da una serie di fattori quali: la predisposizione ereditaria, il gruppo etnico, la regione geografica.
Ad esempio: nelle donne che nascono e vivono in latitudini prossime all’equatore le mestruazioni compaiono ad un’età più precoce rispetto a donne che nascono e vivono in latitudini temperate o “nordiche”.
Tanto più precoce è l’insorgenza dell’età fertile, tanto prima arriva la menopausa.

Alimentazione ed attività fisica giocano, anch’essi, un ruolo importante.
Può succedere di assumere, con carne vegetali, sostanze ad azione simil - ormonale provenienti dal mangime o dai composti fertilizzanti.
Donne che praticano un’attività fisica a livello agonistico, spesso, presentano delle modificazioni della durata del periodo fertile, sopratutto quando utilizzano sostanze, diciamo così, “rinforzanti”.
Oltre che in modo naturale, la menopausa può verificarsi in seguito ad interventi chirurgici che comportino la asportazione delle ovaie.
Cosa succede
Nel periodo della menopausa si modifica il delicato equilibrio tra la ghiandola ipofisi, contenuta nel cervello, e le ovaie, cosi che la quantità di ormoni estrogeni e progestinici circolanti si riduce a livelli molto bassi; in tal modo non sono in grado di realizzare tutti quei fenomeni che sono tipici del periodo fertile e che abbiamo accennato nella prima parte dell’articolo.
Un certo numero di donne alla comparsa della menopausa, non avverte il benché minimo fastidio e anzi, spesso sono sollevate dal suo arrivo, considerando il ciclo mestruale a livello di una “seccatura”.
Ma la stragrande maggioranza avverte sensazioni come vampate di calore improvviso, sudorazioni, tachicardia, e un senso di leggera tristezza, che in alcuni casi può arrivare alla vera e propria depressione.

Potrebbe capitare che..
Va ricordato anche che, dopo la menopausa, si incrementa nella donna il rischio di andare incontro a patologie cardiovascolari (ipertensione) e ossee (osteoporosi).
Le vampate di calore e la sudorazione sono legate al fatto che l’alterarsi del delicato equilibrio ormonale estro - progestinico “sballa” il nostro termostato interno – l’ipotalamo - facendogli leggere come elevata una temperatura corporea in realtà modificata solo di pochi centesimi di gradi. Perciò sudore e vampate per eliminare calore in eccesso.


Il rischio cardiovascolare è legato al mancato utilizzo di colesterolo per sintetizzare gli ormoni estrogeni e progestinici: così il colesterolo in eccesso può depositarsi a livello dei vasi, danneggiandoli.
L’osteoporosi si manifesta per la ridotta attivazione degli osteoblasti, le cellule dell’osso deputate alla sua ricostruzione, stimolate proprio dagli estrogeni; per contro gli osteoclasti, cellule che eliminano l’osso usurato, sono attivissime e continuano a lavorare rimuovendo dall’osso i sali di calcio, responsabili della resistenza dell’osso e le proteine su cui essi si depositano, responsabili della elasticità dell’osso.
L’aspetto emotivo è legato al fatto che la cessazione del periodo fertile può far sentire la donna menomata del suo ruolo di procreatrice; e comunque gli ormoni femminili lavorano a livello di neurotrasmettitori sulle strutture cerebrali responsabili della emotività.
La pelle del corpo e le mucose degli organi genitali perdono elasticità e tono: questo, assieme al calo della libido può rendere difficile una vita a due in donne ancora, tutto sommato, giovani.

...d'accordo, è un fenomeno naturale. mo posso fare quakcosa?
La menopausa è un evento naturale, che da un punto di vista della Naturopatia va letto come progressiva perdita di energia dell’organismo che la consuma strada facendo.
Ad un certo momento, la quantità di energia posseduta dalla donna non è più in grado di sostenere adeguatamente la creazione di un’altra vita, e l’organismo riduce spontaneamente questa la possibilità di questa evenienza.
Spesso la menopausa è vissuta come una patologia, anche per il modo in cui è fatta percepire dai mezzi di mossa (giornale, televisione etc.).
Il Naturopata può essere di notevole aiuto alle donne che entrano in questo periodo della loro vita.

Una volta che la donna sia stata inquadrata da un punto di vista medico (esami del sangue, MOC etc.) è possibile intervenire a vari livelli.

Si possono consigliare dei fitoestrogeni, cioè sostanze di origine vegetale derivate dalla soia o dal trifoglio rosso, che hanno una azione ormonale estrogenica e che consentono di mantenere un buon trofismo osseo, allontanando così il pericolo di una osteoporosi e riducendo la fastidiosa secchezza delle mucose genitali, consentendo un buon rapporto di coppia.
L’azione dei fitoestrogeni si esplica anche sulla prevenzione della patologia cardiovascolare.

Da un punto di vista sintomatico la salvia aiuta a vincere le vampate e le sudorazioni, il biancospino interviene sui disturbi cardiovascolari.
Sul piano emotivo il tiglio aiuta a superare ansia ed insonnia.

L’alimentazione adeguata, l’attività fisica moderata e costante sono altre armi a nostra disposizione che allontanano l’evenienza di una sofferenza cardiovascolare e ossea.
Ovviamente vanno considerati i fattori di rischio concomitanti: fumo, diabete, stress, familiarità etc.
I Fiori di Bach giocano un ruolo utile, come ad esempio Walnut per i cambiamenti della menopausa, Rock Water eccezionale nelle secchezza della mucosa vaginale, Chicory nelle forme di menopausa precoce.
Ricorda:
Vi ricordo sempre l’importanza di valutare bene ogni individuo prima di decidere quale forma di terapia sia per lui la più adatta, poichè ogni essere è un universo a sè.

mercoledì 11 marzo 2009

LA MENOPAUSA , UNA CHIACCHERATA.. FRA AMICHE - Prima parte

La Menopausa o Climaterio è il periodo della vita di una donna in cui vengono a cessare tutte le funzioni legate alla fertilità.
Da un punto di vista pratico la donna si accorge dell’arrivo di questo momento perchè il ciclo mestruale comincia a diradare la sua comparsa e, contemporaneamente, avverte fenomeni legati più o meno fastidiosi come le vampate di calore, sudorazioni improvvise, aumento di peso etc.
Spesso capita di sentir parlare le donne che vanno incontro alla menopausa come se si trattasse di una patologia.

.....è un fenomeno naturale.......


La menopausa è un fenomeno naturale, fisiologico che indica l’esaurimento di un certo tipo di energia dell’organismo atta a garantire il fenomeno della riproduzione.
Da questo momento in poi l’organismo si mette, per così dire, a riposo.
Per comprendere la menopausa dobbiamo fare un salto indietro e conoscere un pò di fisiologia della donna.
Già nel periodo di vita intrauterina l’embrione di sesso femminile si prepara alla possibilità di diventare madre. Infatti una piccola quantità di ormoni rilasciati dall’embrione in questo periodo comincerà ad attivare le ovaie che prepareranno tutti gli ovuli che, durante la vita, andranno incontro a maturazione. Questo processo sarà portato a termine solo al momento della pubertà - tra i 10 ed i 12 anni - quando la tempesta ormonale finirà il lavoro iniziato nel periodo intrauterino.
Da questo momento in poi un ovaio per volta porterà a maturazione uno o la massimo due ovuli.
Se l’ovulo maturo incontra lo spermatozoo e avviene la fecondazione, l’ovulo fecondato si anniderà nell’utero, appositamente preparato a questo scopo dagli ormoni femminili estrogeni e progestinici: inizia la gravidanza.
Se, al contrario,l’ovulo non è fecondato, dopo qualche tempo muore e l’utero va incontro ad un rinnovamento eliminando al mucosa “vecchia” per lasciare il posto alla nuova: compaiono le mestruazioni.
(Continua)

giovedì 19 febbraio 2009

LA CISTITE, " A VOLTE RITORNA.........."

COS'E'?

La cistite è un disturbo infiammatorio della vescica che colpisce con maggior frequenza il sesso femminile rispetto a quello maschile.
La ragione di ciò va ricercata nel fatto che nel sesso femminile l’uretra, vale a dire il condotto che consente di espellere verso l’esterno l’urina, è molto più breve che nell’uomo: 3 – 4 cm contro i 20 cm dell’uomo.
Così l’uso d’indumenti molto stretti, l’utilizzo di biancheria intima sintetica e colorata di nero ( il colore nero rilascia lentamente sostanze irritanti a contatto con la cute e la mucosa dei genitali), manovre errate nell’uso della carta igienica, possono favorire il proliferare di batteri, che spesso provengono dall’intestino.

COME SI MANIFESTA


Il risultato è una patologia caratterizzata da un aumento del numero delle minzioni nella giornata (pollachiuria) che spesso risultano dolorose (stranguria). Da una particolare sensazione di dover urinare ancora alla fine della minzione (tenesmo, dovuto allo spasmo della muscolatura vescicale irritata dall’infiammazione), senso di peso al di sopra del pube.
Può accompagnarsi a febbre più o meno elevata, nausea, vomito.
L’esame delle urine mostra spesso una piuria, cioè una abbondante quantità di globuli bianchi, anche in assenza di una causa batterica, ed una batteriuria che quando è significativa (superiore a 100.000 batteri/ml) richiede un esame colturale.
I microorganismi più frequentemente in causa sono gli Escherichia Coli, ma possono essere in gioco anche dei virus. Altre volte ancora la cistite si accompagna e fa seguito ad una vaginite.
Le cistiti tendono frequentemente a recidivare, cioè a ripresentarsi nei periodi di cambio stagionale (primavera ed autunno in particolare), in stati di stress, in caso di caduta delle difese immunitarie o di disordini alimentari.
E NELL'UOMO?

Nell’uomo questa affezione può presentarsi dopo una infezione cha abbia colpito il rene, dopo manovre endoscopiche non perfettamente sterili o in conseguenza di una ipertrofia prostatica.
COSA FARE!

La terapia allopatica prevede l’uso di analgesici per ridurre il dolore e lo spasmo, di antibiotici che andranno mirati sul batterio in causa mediante un antibiogramma; se si tratta di una forma virale l’antibiotico è inutile a meno di non sospettare una possibile complicanza batterica; la prevenzione delle recidive.

Per prevenire le recidive sarà utile bere molto, almeno un litro d’acqua al giorno per diluire l’urina e ridurre la concentrazione dei batteri; ridurre il consumo di cibi piccanti, grassi animali, frittura, cioccolato che possono irritare la mucosa interna della vescica; mantenere una corretta igiene intima con detergenti neutri o acidi, limitando le lavande vaginali che contengono sostanze aggressive nei confronti del film lipidico, naturale barriera protettiva nei confronti dei batteri; non indossare pantaloni troppo attillati o mutande in tessuto sintetico; i costumi bagnati non vanno tenuti addosso per lungo tempo perchè sudore ed umidità favoriscono la proliferazione dei batteri; urinare prima di un rapporto sessuale per ridurre i microtraumi sulla vescica.
LE TERAPIE NATURALI

Nel campo delle terapie naturali un ottimo aiuto viene dalla Uva Ursina (arctostaphylos uva ursi) che contiene sostanze dette antrachinoni che hanno una efficacia antibatterica sopratutto se l’urina è alcalina con massima azione 3 – 4 ore dalla somministrazione. Va evitato nelle donne in gravidanza nei bambini sotto i 12 anni e nei soggetti con gastriti. Se si usa l’uva ursina non bisogna associare sostanze che acidificano l’ursina. Il Mirtillo Rosso (vaccinium vitis idaea) ha una buona capacità antisettica e disinfiammante contendo sostanze analoghe a quelle dell’uva ursina

La PIlosella (hieracium pilosella) contiene delle idrossicumarine responsabili della sua attività antibatterica, ma la pianta possiede anche attività diuretica e attiva i processi riparativi della mucosa vescicale. Piante come l’echinacea o l’eleuterococco stimola le difese immunitarie.

Molte case farmaceutiche di prodotti naturali hanno nel loro prontuario dei prodotti già dosati e mescolati in grado di coprire tutto il fabbisogno fisioterapico richiesto.

Nella omeopatia possiamo usare la Chantaris, Mercurius corrosivus, Arsenicum album, Staphisagria.
Ricorda........

Infine il naturopata non deve dimenticare di controllare la salute intestinale del suo ricevente.
Tutte queste indicazioni andranno valutate ed adattate di volta in volta al caso particolare della persona che ci chiede il suo aiuto, poichè è sempre buona regola ricordare che: esiste il malato e non la malattia.

domenica 8 febbraio 2009

Ciao a Tutti
Mi Chiamo Eugenio Origa, sono un Medico Oertopedico ed un Naturopata,
Ho creato questo blog per chiaccherare con chi, come me, è convinto che per curarsi non è sempre necessario ricorrere a sostanze prodotte in laboratorio.
L'alimentazione, l'uso diprodotti naturali - piante, sali minerali, etc - sono in grado restituirci il benessere senza creare effetti collaterli.
In tal modo si possono utlizzare i prodotti sintetici solo quando è strettamente necessario.
Ogni mese scriverò un articolo di interesse generale, anche seguendo i vostri suggerimenti e curiosità.
Mi piacerebbe anche scambiare pareri ed esperienze con altri Naturopati e con tutti coloro che dalla medicina naturale hanno trovato beneficio, ma anche da chi ha ricevuto grosse delusioni. E' proprio das queste ultime che si impara ad aiutare meglio che soffre.
Grazie a tuti
A presto
Ciao